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LEGNI

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Flauto dolce soprano (in do)

Le origini

Il flauto dolce è uno strumento molto antico: piccoli flauti simili al flauto dolce, probabilmente di origine asiatica, erano conosciuti e diffusi in Europa già dall’XI secolo.

A partire dal 1500 il flauto dolce assunse la sua forma standard, con sette fori d’apertura e un portavoce per il pollice. Inizialmente il flauto dolce fu utilizzato nell’ambito della musica da camera, ma dal XVII secolo fino alla metà del XVIII secolo anche in molte molte partiture orchestrali. Il flauto traverso cominciò a prendere il posto del flauto dolce all’interno dell’orchestra intorno allametà del Settecento. Il flauto dolce è chiamato anche Flauto diritto (per distinguerlo dal flauto traverso). Il flauto dolce può essere costruito in legno o in plastica (versione per le scuole).

Per produrre dei suoni corretti bisogna chiudere “bene” i fori e soffiare con la giusta intensità.

Esso è formato da due parti a incastro:

La parte superiore, che viene appoggiata alle labbra e prende il nome di imboccatura.

La parte inferiore, che costituisce il corpo dello strumento nella quale sono praticati otto fori. Sette fori si trovano nella parte anteriore e uno (detto portavoce) nella parte posteriore dello strumento.

Esistono cinque tipi di flauto dolce. Questi flauti hanno la stessa forma e si distinguono per le dimensioni. Dal più piccolo al più grande troviamo il:

  • sopranino
  • soprano (quello comunemente usato a scuola)
  • contralto
  • tenore
  • basso

Le differenti dimensioni corrispondono ad un’emissione di suoni di altezza diversa (il sopranino è il più acuto, il basso il più grave).

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Flauto traverso

Il flauto traverso è un genere di flauto, strumento musicale della famiglia dei legni (pur essendo in metallo deriva dal flauto diritto in legno), viene definito aerofono (strumento a fiato). Estensione dei suoni acuta, dal do centrale saliamo di oltre tre ottave.

Il suono viene prodotto dal flusso d’aria che si frange contro lo spigolo del foro di insufflazione presente sulla testata. In questo modo viene eccitata la colonna d’aria all’interno del tubo e ha inizio la vibrazione sonora. L’emissione di note di diversa altezza avviene chiudendo i fori, tramite le “chiavi” (i tasti) e controllando in questo modo l’altezza della colonna d’aria che viene messa in vibrazione.

Il suo nome deriva da traverso proprio perché si suona di lato. Nella sua forma moderna, il flauto traverso ha una forma cilindrica. L’esecutore, detto flautista, suona soffiando nel foro d’imboccatura e azionando un numero variabile di chiavi (aperte o chiuse), che aprono e chiudono dei fori praticati nel corpo dello strumento, modificando così la lunghezza della colonna d’aria in vibrazione contenuta nello strumento stesso e quindi variando l’altezza del suono prodotto. L’emissione del suono è dovuta all’oscillazione della colonna d’aria che, indirizzata dal suonatore sull’orlo del foro d’imboccatura, forma vortici che ne provocano l’oscillazione dentro e fuori dal foro mettendo in vibrazione l’aria all’interno dello strumento.

La forma moderna del flauto (cilindrico, a dodici o più chiavi) è dovuta alle modifiche applicate ai flauti barocchi dal tedesco Theobald Boehm (1794-1881).

Dettaglio di testata di un flauto (Yamaha), parte detta propriamente boccola o boccoletta

I flauti traversi moderni sono strumenti in legno o più comunemente in metallo (alpacca placcata argento, argento, oro, platino) composti da 3 parti:

  • testata
  • corpo centrale
  • trombino

I tre pezzi vengono montati assieme tramite degli innesti a baionetta: lo strumento montato è lungo circa 70 centimetri con un diametro interno di circa due centimetri. La testata è inserita nel corpo tramite un innesto lungo alcuni centimetri, che viene usato come dispositivo per intonare: variando l’inserimento della testata nel corpo si regola la lunghezza complessiva dello strumento e, di conseguenza, l’intonazione.

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Clarinetto

Il clarinetto è uno strumento di estrema versatilità, le cui potenzialità vengono sfruttate sia in orchestra, sia in banda, sia in diverse formazioni di musica da camera. L’estensione del clarinetto varia secondo il tipo ma è comunque di alcune note più grave del flauto traverso.

Il clarinetto deriva dallo chalumeau, strumento inventato in Francia e costituito da un tubo cilindrico di canna alla cui parte superiore c’era un’incisione fatta per ricavare l’ancia; il clarinetto ha origine europea ed è stato inventato nel XVIII secolo.

Il clarinetto è diviso in quattro parti, unite ad incastro con guarnizioni in sughero. Partendo dall’alto, lo strumento inizia con:

  • il bocchino che è l’imboccatura adatta a produrre le vibrazioni sonore. I materiali più usati oggi per un’imboccatura di buona qualità sono l’ebanite ed il legno. Il bocchino è corredato di ancia semplice
  • il barilotto, che fa risuonare le vibrazioni.
  • la parte centrale corpo superiore e corpo inferiore, sebbene oggi alcuni clarinetti li presentino uniti. Su questi due corpi sono presenti ventiquattro fori di dimensioni differenti: sette fori, di cui sei circondati da anelli, vengono chiusi dalle dita, mentre gli altri vengono chiusi dai cuscinetti, azionati dagli anelli oppure dalle diciassette o diciotto chiavi (a seconda del modello). Tramite la chiusura e l’apertura dei fori della parte centrale, viene modificata la lunghezza della colonna d’aria vibrante in modo da ottenere i suoni dell’intonazione desiderata.
  • la campana, lo strumento termina con la campana, che dà ulteriore risonanza ai suoni.

Il legno tradizionalmente utilizzato per costruire il clarinetto è l’ebano, che conferisce il caratteristico colore nero.

Negli strumenti ad ancia semplice, il getto d’aria prodotto dall’esecutore, oscillando dentro e fuori il canale delimitato dalla superficie dell’ancia e dalla cavità del bocchino, pone in vibrazione l’ancia stessa che a sua volta mette in vibrazione la colonna d’aria contenuta nello strumento.


Ance semplici

[su_box title=”Ancia semplice” style=”glass”]Le ance semplici hanno una faccia piana ed una inizialmente arrotondata che si assottiglia progressivamente fino alla punta. La forma dell’ancia è rettangolare. Le ance hanno dimensioni variabili a seconda dello strumento per cui sono prodotte. Le ance semplici vengono usate per clarinetto e Sassofono. Esistono diversi gradi di “durezza” dell’ancia: i livelli più morbidi sono normalmente consigliati ai principianti, mentre i gradi di durezza superiore sono indicati per i musicisti più esperti. La durezza indica la rigidità dell’ancia, cioè la sua resistenza all’oscillazione: ance più dure richiedono, a parità di montaggio, una maggiore pressione per oscillare. Ancora all’inizio del secolo scorso i musicisti erano soliti fabbricare da soli le proprie ance, un processo laborioso e frustrante, che solo alcuni continuano a preferire all’acquisto delle ance industriali, oggi usate dalla maggioranza degli strumentisti. Più comune è invece la pratica di adattare le ance acquistate prima dell’uso, limandole o ritagliandole con speciali utensili. La maggior parte delle ance semplici in uso sono ricavate dalla canna.) [/su_box]

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Oboe

L’oboe è uno strumento musicale aerofono a fiato ad ancia doppia appartenente al gruppo orchestrale dei legni. Ha un suono leggero e assai penetrante. Di forma conica, è generalmente fatto di Grenadilla (legno molto resistente), o, meno frequentemente, di palissandro. Le chiavi sono in metallo, generalmente alpacca (lega rame-zinco) argentata o dorata. La nascita dell’oboe risale all’antichità. Ne è nota la presenza nell’antico Egitto, in Cina, Arabia e Grecia sotto forma di ciaramelle e pifferi, suoi progenitori. Per come lo conosciamo ora la sua realizzazione è avvenuta in Europa nel XVII secolo.

Per suonarlo si fa uso di un’ancia doppia, fatta generalmente di canna palustre, solitamente costruita e rifinita dallo stesso oboista.

L’oboe è utilizzato generalmente nella musica da camera, nelle bande, nelle orchestre sinfoniche e anche come solista; più raramente nel jazz. Tra i principali compositori che hanno scritto musica per lo strumento è possibile ricordare Antonio Vivaldi, Tommaso Albinoni, Johann Sebastian Bach, Alessandro Marcello, Domenico Cimarosa, Georg Friedrich Händel, Wolfgang Amadeus Mozart, Robert Schumann, Richard Strauss. L’utilizzo dell’oboe si è oggi diffuso anche nelle colonne sonore nonché nei brani di musica leggera. Ad ancia doppia abbiamo anche il fagotto.

[su_box title=”Ancia doppia” style=”glass”]Un’ancia doppia è costituita da due lamelle sagomate, appoggiate una all’altra e innestate in un tubicino. Il principio di funzionamento è simile a quello dell’ancia semplice, ma, mancando il supporto offerto dal montaggio dell’ancia sul bocchino (come è il caso degli strumenti ad ancia semplice), lo strumentista deve fornire il centro di oscillazione per le lamelle stringendole simultaneamente tra le labbra, cosa che richiede una maggior tensione dei muscoli della bocca e rende corrispondentemente più difficile l’emissione del suono.[/su_box]

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Fagotto

Il fagotto è uno strumento musicale a fiato ad ancia doppia, (creare link). Il fagotto appartiene al gruppo dei legni, di cui costituisce un’estensione medio-grave. Il nome fagotto deriva dalla forma che esso aveva in origine, simile a quella di un mantice a soffietto che immetteva l’aria in due tubi affiancati. Il musicista che lo suona è detto fagottista. È composto da un tubo conico lungo circa 2,60 m ripiegato su sé stesso a forma di “U”.  Ha un sistema di chiavi e 5 fori. L’ancia è inserita su un cannello metallico ritorto innestato nel segmento iniziale chiamato “esse”. I fori sono scavati con andamento obliquo, in modo da raggiungere la colonna d’aria contenuta nel tubo in punti tra loro più distanziati di quanto non siano le aperture esterne, adeguate all’estensione delle dita di una mano.

L’evoluzione tecnica dello strumento si deve soprattutto alla casa produttrice tedesca Heckel, che lo arricchisce con chiavette e fori non presenti fino alla metà del XIX secolo. Le sue origini sono da riferire alla dulciana, strumento rinascimentale, durante tutto il XVII secolo. La dulciana si evolve e diviene fagotto grazie alle sperimentazioni che avvengono soprattutto in Francia. Il timbro del suono del fagotto, frutto della corposità del legno che lo compone e della peculiarità dell’ancia doppia, è particolare, pieno e scuro. È uno strumento fondamentale in orchestra, sia come basso che come solista. Viene usato nella musica barocca, nella musica classica, nella musica contemporanea. Strumento dalle notevoli capacità musicali, in grado di estendersi per tre ottave e mezzo, il fagotto fu grandemente utilizzato dal periodo barocco, Vivaldi, ad esempio, compose ben trentanove concerti per questo strumento.

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Sax

Il sassofono, saxofono, o, semplicemente, sax, è uno strumento musicale aerofono ad ancia semplice . Il sassofono è inserito nella famiglia dei legni e non degli ottoni poiché, sebbene il corpo dello strumento sia normalmente di metallo (spesso proprio di ottone), ha tra i suoi antenati il flauto ed il clarinetto da cui ha ereditato la struttura, ma non il materiale; infatti il suo inventore l’ha creato partendo dalla forma del clarinetto basso. L’emissione del suono è provocata dalla vibrazione di un’ancia. La lunghezza della colonna d’aria vibrante, e quindi l’altezza del suono prodotto, viene modificata attraverso dei fori, controllati da chiavi, sul corpo dello strumento.

Fu inventato da Adolphe Sax, da cui ha preso il nome, nel 1840. Ha avuto una grandissima e veloce espansione in moltissimi generi musicali grazie alle sue doti di espressività e duttilità. In generale la famiglia dei sax è presente in quasi tutti i generi musicali moderni. A causa della sua recente invenzione, nella musica classica il sassofono è un po’ penalizzato dalla limitata letteratura, ma è tuttavia presente, anche con ruoli di rilievo, nelle orchestre sinfoniche: si ricordi l’assolo per sax alto in Il Vecchio Castello dai Quadri di un’esposizione di Mussorgskij orchestrati da Maurice Ravel nel 1922. Dotato di una voce potente e di grande proiezione di suono, il sassofono ha un vasto uso bandistico, ad esempio è molto impiegato nelle bande militari statunitensi, e per questo motivo fu quasi subito presente nelle prime formazioni jazz, un genere musicale di cui è diventato il simbolo internazionale.

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